Con acqua del territorio, intendo l’acqua distribuita dalla rete degli Acquedotti pubblici.
Acqua che, come indicano importanti statistiche e report internazionali, gli Italiani snobbano preferendo soluzioni confezionate in PET, solo per pregiudizio e cattiva informazione.
In questo articolo voglio immediatamente sfatare un falso mito: la costosa acqua confezionata non è più sicura di quella erogata dall’acquedotto.
Al contrario di quello che molti pensano, e che forse pensi anche tu: l’acqua di rubinetto è più controllata rispetto all’acqua imbottigliata.
L’acqua del territorio proviene dalle fonti naturali.
Quella distribuita dall’acquedotto pugliese, proviene in grandissima parte dalle falde naturali, che scorrono sotto il suolo della Basilicata.
La Basilicata è ricchissima di fonti di acqua, moltissime delle quali servono a imbottigliare l’acqua che poi viene venduta nei supermercati.
Tra le aree del Vulture e del Pollino, si trova il più grande bacino idrico d’Italia.
Da qui nel 2019, le aziende che confezionano l’acqua in bottiglie di plastica hanno estratto e imbottigliato oltre un miliardo di litri.
Dalle falde naturali lucane si estrae l’acqua imbottigliata venduta dai grandi gruppi come Ami-Acque Minerali d’Italia Spa che vendono i marchi Gaudianello, Ninfa Leggera, Toka, Solaria, quelle del Gruppo San Benedetto, quelle di Fonte Cutolo Rionero in Vulture Srl, quelle del gruppo Coca-Cola HBC Italia che produce i marchi Lilia e Sveva.
Dalle falde delle Basilicata, si estrae anche l’acqua distribuita dalla rete acquedottistica.
Due diverse normative regolano l’acqua di acquedotto e l’acqua di fonte (imbottigliata).
Ti anticipo che i controlli maggiori sono previsti per l’acqua distribuita dall’acquedotto.
L’ acquedotto ha, innanzitutto, il compito di accertarsi che i valori chimico fisici e microbiologici rientrino nei limiti previsti per l’acqua potabile. Parametri fissati dall’OMS (organizzazione mondiale delle sanità), recepiti e riportati nelle normative dai governi.
La norme che in Italia regolano la qualità e l’igiene dell’acqua destinata al consumo umano in Italia sono contenute nel Decreto legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31, che rende attuabile la Direttiva Europea 98/83/CE.
I livelli di sicurezza, i controlli a tutela della salute umana rispetto a sostanze chimiche, microrganismi e parassiti potenzialmente presenti nelle acque, che definiscono l’acqua “potabile” sono regolamentate in questo decreto.
Una volta attestata la potabilità dell’acqua alla fonte l’acquedotto la distribuisce nella rete, e per garantire la sua sicurezza alimentare esegue controlli ogni giorno.
Il numero dei controlli varia in base al volume di metri cubi di acqua immessi nella rete e al numero di utenze a cui viene distribuita.
Dato importante che voglio comunicarti è che l’acqua di rubinetto viene sottoposta a migliaia di controlli l’anno.
Quante volte viene invece analizzata l’acqua minerale alla fonte? La legge prevede che l’acqua di fonte, estratta e imbottigliata, sia controllata solo 1 volta l’anno ogni 5 anni.
Si hai letto bene, solo 1 volta ogni 5 anni, a fronte dei controlli quotidiani eseguiti sull’acqua di acquedotto.
Oltre a questo le acque minerali devono rispettare parametri meno rigidi rispetto a quelli previsti per l’acqua potabile : ad esempio, la concentrazione massima prevista per l’arsenico è di 50 mg/lt per le acque minerali, mentre quello previsto per l’acqua di acquedotto è di 10mg/l.
Ma perchè l’acqua di rubinetto, più controllata e sottoposta a maggiori restrizioni non è “buona” al tuo palato, come quella imbottigliata e venduta al supermercato?
Perché, spesso non è limpida, ha strane colorazioni ed un cattivo sapore?
Ti spiego subito il motivo: Il problema sta in quello che gli studiosi definiscono “l’ultimo miglio”.
Come ho già scritto nell’approfondimento dedicato l’’acquedotto è responsabile della qualità dell’acqua solo fino al suo contatore.
Da li in poi, prima di giungere al tuo rubinetto, l’acqua comincia l’ultimo tratto di percorso, che non più sotto il controllo dell’acquedotto. L ’acqua venendo a contatto con vecchie tubazioni, presenti nei palazzi o all’interno della abitazioni stesse viene contaminata da impurità in sospensione come sabbia, trucioli polveri, e metalli pesanti come rame, ferro e piombo, materiali di cui sono fatti vecchi tubi, raccordi e valvolame.
La salubrità dell’acqua viene compromessa, in moltissimi casi, dal cattivo stato della cisterna condominiale e dalle incrostazioni di calcare presente sulla parete delle tubazioni.
Il passaggio attraverso l’ultimo miglio può abbassare quindi la qualità dell’acqua distribuita dall’acquedotto e in casi estremi rendere l’acqua non potabile.
Ad esempio, se la concentrazione di batteri, presenti nell’acqua a causa di una cisterna condominiale contaminata supera quelli previsti dal decreto 31/2001 (citato prima) , l’acqua di rubinetto non è più potabilità.
Come puoi superare le problematiche “dell’ultimo miglio”, ed essere sicuro dell’acqua del rubinetto di casa?
Il mio lavoro e quello del mio team serve proprio a questo.
I sistemi di trattamento acqua Solpur, come la microfiltrazione, l’ultrafiltrazione e l’osmosi inversa sono in grado di:
– Liberare l’acqua dalle impurità sospese e disciolte nell’acqua.
– Erogare acqua microbiologicamente pura
– conferire all’acqua di rete un sapore e il gusto eccezionale.
Per aggiungere le bollicine all’acqua di rubinetto ed erogarla già fredda e frizzante, abbiamo soluzioni specifiche come eletta comoda.
L’acqua di rubinetto è buona, non snobbarla preferendo quella in bottiglia, al contrario valorizzala e rendila protagonista, installando un impianto Solpur.
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